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Quanto di importante ed artistico oggi vediamo in Artena è dovuto in massima parte all'opera del Cardinale Scipione Borghese:

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Il Palazzo Borghese ampliato riunendo i due precedenti palazzi in uno, a mezzo di una monumentale galleria a tre piani.

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Il progetto della nuova costruzione è dell'architetto olandese Giovanni Van Santen detto "Vasanzio" che eseguì i lavori tra il 1615-1618.
Anticamente questo edificio era diviso in due abitazioni, una spettante ai Colonnesi e l'altra ai signori Massimo, che raggruppavano 147 stanze, oltre i corridoi, portici e logge, con tre distinte scale che introducevano ai diversi appartamenti.
Il pittore Paolo Brill affrescò la sala da pranzo in occasione della venuta del papa Paolo V, e nel palazzo si trova ancora la cappella privata del Papa, in cui si conserva una copia di uno scomparso quadro del Caravaggio, raffigurante Paolo V.
La galleria del primo piano è opera del Vasanzio, così pure la bella scala circolare a due bracci.
Il grande camino del salone venne disegnato dal Vasanzio, ed è decorato al centro da una testa di Medusa attribuita a Gian Lorenzo Bernini.
Tra le notevoli decorazione del palazzo è da ammirare un soffitto a cassettoni dipinti nella sala che segue quella dei paesaggi del Brill.
Le ante lignee in noce delle porte sono state eseguite nel 1618 dall'architetto Giovan Battista Soria romano.
Inoltre nel palazzo si conservano pregevoli avanzi di antichità: un sarcofago del terzo secolo, e una raccolta di armi antiche.
La piazza principale è il migliore ornamento di Artena. Fino ad alcuni anni fa era chiamata Piazza Borghese in onore del cardinale Scipione borghese che l'aveva fatta costruire, ed anche perché antistante al Palazzo omonimo (oggi si chiama Piazza della Vittoria) ed è un vero balcone aperto sulla vallata del Sacco, con una loggia scoperta situata sulla porta principale, costruita con merli di tufo, con sopra palle di pietra palombina e due mascheroni, e con vani per i cannoni.

Di fronte al Palazzo Borghese e sulla piazza omonima si trova il Palazzetto del Governatore,

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sede della pubblica amministrazione di Montefortino che serviva per abitazione del governatore in carica, per gli uffici e come carcere per i condannati. E' ornato di cordoni e fasce di tufo; anche questo palazzo è opera dell'architetto Vasanzio. Infine il Cardinale Borghese fece costruire il Convento dei Padri Francescani, dove si conservano un bel coro di noce massello, tutto intagliato, la biblioteca ricca di manoscritti, corali miniati, nonché rari volumi; sono presenti nella Chiesa del Convento dipinti del cavalier Manenti, inoltre un bell'affresco nel refettorio dei padri. Alle suddette opere artistiche realizzate dal benemerito Cardinale Borghese se ne devono aggiungere delle altre che si ammirano tuttora in Artena. Sulla cima del paese la biturrita Collegiata di S. Croce,

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fatta costruire nel 1659 dal Principe Giovanni Battista Borghese, che signoreggia anche da lontano la valle del Sacco. Sono conservate in detta chiesa molte opere di valore, tra le quali l'Annunciazione di Paolo Giovanni di Loreto, la Maddalena di Filippo Luzzi, una copia su rame del quadro del SS.mo Salvatore e B.M. Vergine Assunta di Girolamo Siciliante di Sermoneta (1521-1580). A metà paese si trova la Chiesa parrocchiale di S. Stefano, sorta nel XII secolo e semidistrutta nel 1557, fu restaurata completamente dalla Venerabile Camilla Orsini sposata a Marcantonio Borghese. Infine ai piedi è la chiesa del Rosario, voluta da Orinzia Colonna, in essa si conservano opere interessanti e vari affreschi secenteschi.

Chiesa di S. Maria Sorge su uno dei luoghi più affascinanti per l'indescrivibile panorama, infatti sopra quest'ameno colle che domina l'intera vallata del Sacco, si eleva il Santuario della madonna. Anticamente era sotto il titolo di Santa Maria delle Letizie, in seguito si chiamò Santuario della madonna delle Grazie. Le due denominazioni derivarono dal fatto che nel tempio erano venerate due statue della madonna: la prima, S. Maria delle Letizie, antichissima, forse risale fin dalla fondazione di Montefortino; la seconda, la Madonna delle Grazie, più recente, proveniente dall'abbandonato conventino di S. Michele Arcangelo, è del 1569. Nella disastrosa distruzione provocata dal bombardamento del 31 gennaio 1944 non restò più traccia della statua della Vergine delle Letizie, mentre rimase miracolosamente intatta quella della madonna delle Grazie. Essa continua ad essere venerata nella stessa cappella in una nicchia della ricostruita chiesa, invocata con il titolo di Santa Maria delle Grazie. Santa Maria delle Grazie era la prima chiesa di Montefortino e anche la più importante di tutte le altre esistenti nel paese. Anche se non sappiamo la data di fondazione di questa chiesa, sappiamo che è antichissima, senza dubbio anteriore all'anno 1182, anno in cui viene menzionata per la prima volta. La presenza di molti reperti storici ritrovati testimonia che la sua data di costruzione si può porre tara la fine dell'VIII secolo e inizio del IX. Situato in prossimità della parte più alta del monte detto "La Rocca", probabilmente è sorto sulle rovine di un antico tempio pagano. Fu edificata per le pratiche religiose del primo nucleo abitato formatosi nella parte più alta e sicura di Montefortino. E' distante dal paese (fuori porta) circa un chilometro, e vi si accede facilmente attraverso due strade: una panoramica, via Maiotini, l'altra Via del Santuario più breve ma più ripida, realizzata nel 1962. Oltre al Chiesa di S. Maria delle Grazie, salendo ancora, si apre la parte più alta del paese, sulla quale si trovano i resti delle mura poligonali dell'antica città volsca, che tutt'oggi è meta di eminenti studiosi e archeologi che proseguono gli scavi che portano alla luce resti di una antica civiltà. Molti dei reperti finora ritrovati sono conservati nel Museo Comunale di Artena.