Cervaro: la sua
più antica tradizione
Non è possibile
stabilire con inconfutabile esattezza il giorno e l'ora della nascita
dell'Infiorata, si può soltanto affermare che, a Cervaro, la festa
dell'infiorata coincide sempre con il giorno del Corpus Domini.
Anticamente era
abitudine rallegrare la processione religiosa con una pioggia di petali che
venivano lanciati dai balconi al passaggio del Santissimo. Successivamente si è
passato a decorare il manto stradale con disegni semplici quali cornici, fiori
o stemmi, usando materiali grossolani come foglie o grossi pedali, per arrivare
fino ad oggi.
Ora si può dire di
aver raggiunto l'apice: i tappeti sono allestiti con materiali molto raffinati
e si tessono morbidi e vellutati disegni, splendenti dei più vivi colori che la
natura sa offrire.
"In
origine….era la "Sc(e)nniàta", antichissimo rito della nostra
comunità, legato alla primavera, che in filo ancestrale della tradizione aveva
perpetuato in una festa religiosa tra le più suggestive.
Ora quel
rituale, mai sradicato dalla memoria collettiva, sopravvive nell'Infiorata del
Corpus Domini, che conserva straordinariamente intatto tutto il fascino magico
- religioso dell'antica "Sc(e)nniàta". Ed è autentica festa di
popolo, carica di socialità e di quei sentimenti sanguigni ed insieme delicati,
che connotano, come ed antiquato, la nostra gente.
Sfogliate le
pagine dei giorni che precedono la manifestazione dell'infiorata cervarese è
come rivivere accadimenti senza tempo, cerimoniali che sono "memoria
superstite" di quella "cultura rionale" che altrove
tende a disgregarsi.
Come in una saga
medioevale, i rioni cittadini si affrontano in tenzone combattuta fino
all'ultimo…fiore.
I "duellanti"
preparano le "armi" in gran …segreto: allegre scampagnate,
colorite dagli aneddoti dei più anziani e dal canto ritmato dei ritornelli
" alla rverza", che danno libero sfogo alla graffiante satira
cervarese. Così senza fatica i fiori si accumulano - rigorosamente selezionati
- in capienti sacchi: margherite, rose, garofani, papaveri, aculei in pino,
ginestre, fiori da cardo…"lampazz" , "curiul",
"cacc e mitt" termini dialettali, dal suo antico, da
conservare gelosamente nello scrigno della nostra inconfondibile "parlata".
E, nella
successione frenetica degli "ultimi preparativi", giunge il …"giorno
della disfida".
L'estrema
oscurità della notte già ascolta i primi fremiti dei rioni, il chiamarsi l'un
l'altro, il ritrovarsi tutti insieme, come nei tempi andati… Ai primi chiaroni
dell'alba in campo già sono scesi i "disegnatori" e le strade "principali"
dei rioni su animano, festose, dei soggetti ideati dai Grandi Consigli rionali.
Poi, dopo "mille rifiniture", lizza entrano "i
posatori" e decine di varietà di fiori primaverili passano
freneticamente di mano per essere "acconciati" e risbocciare,
incredibilmente più belli, su tappeti d'asfalto aninimi e spellacchiati.
E le pitture
floreali prendono forma, dipinte dal sentimento collettivo.
E' questa la
vera festa: la ricompensa - anche se fugace - dello stare insieme, il tornare a
respirare il gusto, la "vera anima" dell'Infiorata cervarese,
stupefacente simbiosi di devozione/competizione, momento di spiritualità
cristiana ma anche momento di esaltazione personale, fratellanza ma anche
sfida, umiltà ma anche orgoglioso.
In questo
coacervo di "passioni", espressione tipica di vitalità
popolare, sta forse tutto il segreto di quest'arte paesana così insolita e che
lascia stupefatti per la bellezza, la delicatezza, l'armonia e la perfezione
delle tematiche religiose rappresentate.
Arte collettiva
che si esprime con il solo ausilio dei fiori, donati dalla natura."