Santuario Maria SS.ma de' Piternis
NOTIZIE STORICHE
a cura di Luciano Coletta
Il santuario de' Piternis non è solo
una chiesa ove si svolgono le consuete funzioni religiose, ma è il simbolo stesso della
religiosità dei Cervaresi, che in nome della Madonna, immortalano i momenti più
importanti della loro vita.
Se si considera poi che siamo ormai
giunti alla vigilia del Giubileo, è doveroso dar risalto a questa chiesa, recentemente
elevata a dignità di "Santuario diocesano", che si colloca territorialmente
sulla strada che porta a Viticuso, ricca di oliveti in una zona arieggiata ed amena, alle
pendici del monte Aquilone, nell'estrema propaggine del basso Lazio, quale punto
d'incontro di diverse culture, abitudini e linguaggi del Lazio, dell'Abruzzo e della
Campania, accomunati dalla stessa fede religiosa per i santuari mariani.
Anello conduttore di questa diffusa religiosità è stata senza dubbio l'opera dei
monaci di Montecassino, che non hanno solo il merito di aver fatto progredire tutta la
zona del Cassinate con l'apporto della loro cultura e del loro lavoro. Diciamo solo
brevemente che la presenza del Sindaco in Cervaro ha le sue origini libertarie dalle
concessioni dall'Abate Rainaldo nel 1142. Le origini del santuario risalgono alla fine del
XIV secolo, come risulta da alcuni scritti
dall'Abate cassinese E. Tomacelli del 1399, in cui si parla di moltissimi miracoli che
avvenivano presso l'immagine della beata Maria de' Piternis, in seguito ai quali l'Abate
si adoperò, con il concorso dei fedeli, per l'edificazione in loco di una chiesa da unire
alle altre già esistenti in Cervaro, la chiesa di Santa Maria Maggiore o chiesa
"Matrix" e di San Paolo che dal Papa Innocenzo
III ebbe nel XII secolo la Bolla di riconoscimento di chiesa paritaria a quella di Santa
Maria Maggiore.
Il nome "de' Paternis" è i
realtà una derivazione impropria del termine "de Pipernis". La chiesa fu
anticamente chiamata così perché probabilmente di derivazione della parola
"piperno", che è una pietra che si trova in zona e anche nei paesi limitrofi,
come a Priverno e a Napoli, così che il "de' Pipernis" potrebbe spiegarsi come
chiesa scaturita dalle pietre - piperno. L a maiuscola poi "Pipernis" si
potrebbe intendere col fatto che la zona è diventata sacra per l'apparizione della
Madonna in loco con la conseguente preziosità e delle pietre. A testimonianza di quanto
detto troviamo nell'unica campana del campanile del santuario, fusa nella rinomata Agnone,
la scritta: "S.M. de' Piipernis protege nos ubique et sempre". Ma non mancano
iscrizioni antiche in cui compare il nome Piternis.
Il santuario è stato nel corso dei secoli oggetto di culto e di devozione profonda
da parte del clero locale e dei fedeli di Cervaro. I festeggiamenti si sono fatti sempre
l'8 settembre, coincidendo nella domenica dopo l'Ascensione, durante la quale si fermano
ogni attività lavorativa di tutti, dopo i riti religiosi in chiesa, si davano convegno
nella piazza principale del paese per rendere omaggio, anche con luminarie spari ed altro,
alla loro Madonna.
Gli ultimi
eventi bellici hanno, tra l'altro, compromesso gravemente la stabilità dell'edificio
religioso e, nonostante che voci autorevoli locali ne chiedessero il rifacimento, esso è
stato per molti anni quasi del tutto abbandonato anche per l'assenza in loco di custodi,
sempre difficili da reperire o da mantenere. La stessa presenza in Cervaro di un solo
sacerdote, colpa da addebitarsi esclusivamente alla mancanza di vocazioni, non ha certo
favorito l'interesse per la ricostruzione del Santuario, consapevoli come siamo che un
sacerdote non può avere il dolo dell'ubiquità, stando il fatto che il Santuario dista
non poco dalle altre due chiese principali di Cervaro centro.
Ma la fede adamantina e il contributo monetario dei Cervaresi, sorretti dall'opera
infaticabile del compianto Don Angelo
Pantoni, monaco cassinese, hanno favorito i lavori di rifacimento del Santuario durante i
quali sono venuti alla luce gli affreschi di notevole interesse artistico. La chiesa è
stata consacrata da S. E. Ildefonso Rea, Abate di Montecassino e Ordinario della Diocesi
di Montecassino, il 7 settembre del 1970 con il concorso di una folta rappresentanza del
popolo cervarese fastante.
Un'ampia e minuziosa descrizione della risorta chiesa del punto di vista
architettonico ed artistico è stata fatta dallo stesso monaco cassinese con una tale
dovizia di particolari che nulla possiamo o sappiano aggiungere alle "Notizie
storiche" in più capitoli riguardanti Cervaro in Bollettino diocesano (1969-70)
A quanto già scritto dall'illustre cassinese, aggiungiamo solo che gli affreschi
dell'abside - con il Cristo pantocratore che tiene in mano un libro aperto con le lettere
dell'alfa e dell'omega, inizio e fine di tutto, con a lato la figura di Pietro e Paolo e
gli agnelli reggenti i ceri, simbolo della fede, e nel tamburo una serie di santi venereti
in Cervaro e dintorni - sono da attribuire alla scuola dei discepoli di Giotto. E' quanto
hanno sostenuto alcuni studiosi della Sovrintendenza alle Belle Arti che, conformemente
all'impulso dato da leggi regionali circa la valorizzazione del patrimonio artistico
regionale, si sono recati nel Santuario per rifare in bello stile soprattutto il volto del
Cristo, assai rovinato durante il restauro della chiesa, e di altre figure dell'abside
dell'altare principale della chiesa.
Se ciò si aggiunge il lavoro di rifinitura fatto nella volta della navata
principale del compianto maestro cervarese Lorenzo Leone, si può concludere che il
Santuario che il Santuario è oggi ben conservato.
L'opera poi di valorizzazione del
Santuario promossa con religiosa insistenza dal nuovo Parroco Don Domenico lascia ben
sperare per il futuro.
Ma al di là della conservazione
dell'edificio, impresa non facile sia per l'opera distruttrice del tempo sia per la
mancanza di custodi, rimane il fatto che il Santuario de' Piternis è un luogo di culto
particolarmente caro, forse il luogo più sacro dei Cervaresi che anche in terra
straniera, ove sono andati per motivi di lavoro, ricordano il Santuario portando nei loro
portafogli l'effigie della Madonna col bambino con l'invocazione alla Stessa del sacerdote
cervarese Don Celestino Paolozzi e non a caso nel Santuario i Cervaresi celebrano i loro
momenti più belli, come appunto il giorno del matrimonio, sotto la protezione della
Madonna "ubique et semper".
Luciano Coletta