Cecoslovacchia, Romania e Jugoslavia.

Anche la Cecoslovacchia era sorta sulle rovine austro-ungariche. Il nuovo Stato era filiazione diretta della guerra, ma anche il risultato di un lungo travaglio inteso a salvare i valori culturali del popolo che aveva dato al mondo Giovanni Hus e Comenius. La Romania e la Jugoslavia si erano invece considerevolmente ampliate a detrimento dell'ex impero: la Romania aveva raddoppiato territorio e popolazione con la Dobrugia sottratta ai Bulgari e con l'antica Bessarabia russa. La Jugoslavia aveva triplicato la popolazione dell'antica Serbia. Conseguentemente i tre Stati avevano entro i propri confini cospicue minoranze allogene, che toccavano anche il 25 e il 30% dell'intera popolazione.La Cecoslovacchia contava tre milioni di sudditi di ceppo tedesco nella regione settentrionale di frontiera dei monti Sudeti. Ma, sebbene di lingua tedesca, i Sudeti non avevano mai appartenuto alla Germania e d'altra parte la loro annessione si fondava sul fatto che la Boemia era sempre stata un complesso geografico ed economico, praticamente impossibile a difendersi senza il controllo della regione montagnosa dei Sudeti. La Romania comprendeva una forte minoranza ungherese in Transilvania. In Jugoslavia il problema delle minoranze tedesche e ungheresi era meno grave di quello rappresentato dalla tensione nazionalistica fra i diversi gruppi slavi: Serbi, Croati, Sloveni, Montenegrini e Macedoni. II conflitto più serio opponeva Serbi e Croati, di tradizioni culturali affatto diverse: ortodosse e cattoliche, orientali e occidentali.In politica interna i tre Stati ebbero differenti sviluppi: la democrazia si affermò subito in Cecoslovacchia, lo Stato più colto e che disponeva dell'industria più attrezzata. Ebbe per primo presidente Tommaso Masaryk, uomo generoso, erudito e pieno di entusiasmo democratico, che divenne realmente il padre della nazione e ne determinò totalmente la vita politica. Quando gli successe, il suo discepolo Edoardo Benes ne continuò la tradizione. In Romania la situazione era complicata dalla lotta, che assunse talora aspetti violenti, tra il partito liberale (di tendenze conservatrici) e il partito dei contadini. Ma il Paese fu altresì profondamente turbato da problemi dinastici, culminanti nel " caso Lupescu " che costò al principe ereditario Carol una rinuncia per la quale nel 1927 salì al trono il figlio Michele I. Poi, nel 1930, Carol II annullò la sua abdicazione e regnò fino al 1940, quando fu definitivamente sostituito dal giovane Michele. In Jugoslavia il forte dissidio fra i vari gruppi nazionali diede lo spunto al re Alessandro I (figlio di re Pietro) per instaurare nel 1929 una dittatura regia, continuatrice della politica espansionistica serba e decisamente contraria a ogni pretesa di federalismo, specie da parte croata.