DA LIOYD GEORGE A MACDONALD.

La guerra aveva fortemente aggravato la situazione economica della Gran Bretagna: immense riserve erano state consumate, le spese e il debito dello Stato erano aumentati in proporzioni enormi; il ritorno dallo stato di guerra alla pace costituiva di per sè uno spinoso problema economico e sociale dovendosi trovare anzitutto da un giorno all'altro il lavoro per cinque milioni di smobilitati. II numero dei disoccupati toccava già il milione nella primavera del 1919 e frequenti erano gli scontri tra scioperanti e polizia.Inoltre la Gran Bretagna doveva risolverle un grosso problema, temporaneamente accantonato dalla guerra, ma ridiventato poi di estrema urgenza: la questione irlandese. Nella prima metà del 1914 il dibattito sulla concessione della Home Rule all'Irlanda aveva corso il rischio di degenerare in una guerra civile, ma in tempo di guerra gli Irlandesi si erano dimostrati leali verso l'Inghilterra. Ciononostante, la mancata rivoluzione di Dublmo del 1916 ed altri incidenti stavano a significare che il fuoco covava sutto la cenere, pronto a ridivampare. Infatti, alla fine della guerra la lotta per l'indipendenza riprese con maggior vigore: il movimento radicale autonomista Sinn Fein conquistò praticamente la totalità dei seggi nella parte cattolica dell'isola; ma i suoi 73 rappresentanti non vollero sedere ai Comuni e nel gennaio 1919 si radunarono a Dublino per costituire una Assemblea nazionale, il Dail Eireann, e proclamare una repubblica indipendente. II capo del Sinn Fein, Earnon De Valera, ne venne eletto presidente. De Valera era un matematico, ma sapeva essere tanto freddamente logico quanto ardentemente polemico; da molti anni il suo movimeato aveva costituito clandestinamente e pezzo per pezzo un'efficiente organizzazione politica nazionale e de Valera ritenne giunto il momento di passare all'azione; ordinò pertanto che il movirnento venisse riconosciuto quale unico potere legittimo in Irlanda, boicottando tutte le autorità inglesi, dal Parlamento di Westminster al piu modesto podestà di villaggio. All'inizio il conflitto si limitò a degli attentati e assassini politici, ma gradatamente si trasformò in un'autentica guerra civile, selvaggia e crudele, nella quale l'astuzia rivaleggiava con il tradimento, il pugnale con gli agenti provocatori. A luglio del 1921 il Sinn Fein e il governo Lloyd George conclusero finalmente un armistizio e avviarono negoziati risolutivi. In dicembre il Paese diveniva un dominion autonomo con il nome di "Stato libero d'Irlanda " (Eire), ad eccezione della contea dell'Ulster, dove la popolazione era in gran parte Inglese e protestante, che rimaneva britannica. La soluzione venne approvata dal Dail Eireann con la limitata maggioranza di 64 voti contro 57, tuttavia la minoranza capeggiata da de Valera si rifiutò di accettare la spartizione. Perciò la lotta ricominciò, stavolta tra Irlandesi, e fu più cruenta che mai; de Valera non desistette che nel 1923, ma non rinunciò comunque alla politica della resistenza. Nuovi eventi vennero poi tra il 1930 e il 1940 a spezzare ogni legame tra l'Eire e la Gran Bretagna, tanto che durante la seconda guerra mondiale lo Stato libero d'Irlanda mantenne la più rigorosa neutralità e nel 1948 finì per lasciare il Commonwealth. Ai nostri giorni è ancora viva la rivendicazione dell 'Ulster.Sotto un certo profilo la sistemazione della questione irlandese fù un successo per Lloyd George, tuttavia la sua posizione personale finì per risentire dei diversi errori e degli scacchi subiti in politica estera. D'altro canto, molti conservatori e liberali mal sopportavano il suo atteggiamento spesso troppo disinvolto verso il Gabinetto e i partiti, onde il gruppo conservatore insorse contro di lui durante una riunione dell'ottobre 1922, rimasta famosa.. Lloyd George cadde insieme alla coalizione governativa e il suo posto venne preso dal conservatore Andrea Bonar Law, il quale tuttavia fu costretto a dimettersi l'anno succesivo per la gravità del suo stato di salute. Gli successe il ministro delle finanze Stanley Baldwin. un conservatore energico ma di mentalità non eccezionale, al quale mancava l'immaginazione creativa indispensabile a un grande statista. Nondimeno, dopo gli anni febbrili sotto la guida del "mago gallese", il pacifico Baldwin, il ministro con la pipa, diede modo all'Inghilterra di tirare un po' il fiato, Nelle elezioni del novembre 1922 i conservatori ottennero ancora la maggioranza, ma il partito operaio fece dei progressi sostanziosi: con oltre quattro milioni di voti il laburismo sfondò il fronte liberale. Beninteso, le circostanze del momento vi influirono non poco: il rinnovamento economico che si faceva attendere, il malessere sociale che non si attenuava, la spesa pubblica che si manteneva al livello del periodo bellico e le grandi difficoltà dell'industria britannica a sostenere la concorrenza estera. Il numero dei disoccupati passò da uno a due milioni di unità tra il 1920 e il 1930. E quando, nell'autunno del 1923, il liberale Lloyd George propose di risolvere il problema con tariffe doganali protezionistiche, che favorivano particolarmente i dominion, subì una grave sconfitta elettorale. Secondo la prassi parlamentare, il partito laburista doveva ora sostituire al potere i conservatori, cosa che non mancò di spaventare molti Inglesi. Purtuttavia l'esperimento venne tentato nel gennaio del 1923, essendo caduto Baldwin per una mozione di censura, e la Gran Bretagna ebbe Il primo governo socialista, guidato da Ransay MacDonald, uno scozzese di famiglia operaia e leader del laburismo sin dal 1911. Durante la guerra il suo pacifismo neutralista l'aveva fatto tenere in disparte, ma nel 1922 aveva ripreso la direzione del partito e l'anno successivo diventò primo ministro e titolare degli Affari Esteri. Il nuovo Gabinetto fece sensazione:era il primo governo socialista in Europa, in un Paese che non aveva più visto rivoluzioni dal tempo di Cromwell. Non appena postosi all'opera, MacDonald ottenne qualche successo in politica estera inducendo i Francesi a una minore rigidezza verso la Gennania e, con l'appoggio del presidente del Consiglio Herriot, all'accettazione del piano Dawes. Meno buoni furono invece i risultati all'inteno perchè la sua politica rimase confusa e indecisa, onde il malcontento si accrebbe. Verso l'Unione Sovietica e i comunisti inglesi il governo tenne un atteggiamento che gli riuscì fatale; conservatori e liberali furono unanimi nel rimproverargli debolezza e pusillanimità, cosicchè alle elezioni dell'ottobre 1924 il laburismo conobbe una cocente disfatta.