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TESTATA RIVISTA


    S. S. Macchietti,  Sulla parità: libertà della scuola e democrazia

     La "parità" rimanda alla questione della democrazia, si collega infatti ai diritti e alla libertà della persona e della comunità e al pluralismo culturale e istituzionale che non può non caratterizzare una società democratica.
     In questa prospettiva si colloca la Costituzione Italiana, che ha fatto propri sia la lezione di alcuni pedagogisti dell'età risorgimentale sia alcuni elementi della cultura del personalismo, che ha avuto il merito di spostare l'attenzione dai diritti dello Stato e della Chiesa, sui quali si è discusso dall'ultimo Settecento in poi, a quelli della "persona". Oggi la richiesta di "libertà della scuola" si legittima anche come condizione indispensabile per la crescita della qualità dell'educazione, per valorizzare le identità e le differenze, come impegno per promuovere e costruire la convivenza democratica, per favorire l'affermazione della capacità progettuale delle istituzioni scolastiche e per rendere più efficaci e più puntuali le loro proposte, rispetto alle esigenze e ai diritti dei soggetti "in formazione", che vivono in una società multiculturale.
     In un sistema di democrazia la "res pubblica" dev'essere al servizio della libertà personale, senza privilegiare le istituzioni statali o politiche rispetto alle associazioni comunitarie, risultanti dalla convergenza dei singoli convincimenti personali.
     Allo stato si chiede quindi un preciso impegno volto a promuovere la cultura ad incominciare da quello che può essere esplicitato nella promozione formativa e culturale, che è un compito della scuola e di considerare il riconoscimento del diritto alla libertà di educazione coessenziale alla democrazia e quindi di farsi carico del diritto all'istruzione, all'educazione di tutti i cittadini, che può essere concretizzato anche nelle istituzioni educative non statali.
     Oggi "il concetto di 'pubblico'", è "inteso in un senso sempre più allargato" cioè come "esercizio di funzioni rispetto a finalità comuni" e si sollecita in ogni campo il pluralismo dei servizi ed il decentramento dei poteri", che, "nella sua forma estrema di autonomia decisionale delle istituzioni periferiche, inciderà inevitabilmente sulle strutture dei sistemi formativi, modificandone gli assetti e soprattutto l'organizzazione dell'insegnamento".
     Tuttavia il dibattito sulla parità resta aperto, e il problema rimane irrisolto e, indipendentemente dalle scelte che verranno effettuate, giova impegnarsi per "rilanciare" la scuola e le altre istituzioni educative, che sono alimentate e potenziate dalle diverse "culture", che le ispirano e che determinano la loro identità (e la loro capacità di coltivare la "persona"), di cui sono chiamate ad essere pienamente coscienti e testimoni, per valorizzare le autonomie e per far crescere la loro autonomia "progettuale".

 

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