TROTA
MACROSTIGMA
Salmo
trutta macrostigma
La trota Macrostigma appartiene alla famiglia
dei salmonidi. E’ presente in alcune zone del Mediterraneo. In Italia si
trova nel versante tirrenico centromeridionale nonché in Sicilia e Sardegna.
Attualmente è classificata come una semispecie,
(Salmo (trutta) Macrostigma Duméril), appartenente alla superspecie
Salmo trutta.
Si tratta in sostanza di una razza
autoctona , costituita da popolazioni residue dell’era glaciale.
Cenni
morfologici
La trota macrostigma solitamente raggiunge la
lunghezza di 40-50 centimetri ed il peso di 1,5 kg., sebbene sono
oggetto di catture esemplari anche superiori ai cinque kg.
La livrea Macrostigma presenta le
seguenti caratteristiche (Gandolfi et al., 1991):
Dove
vive la trota Macrostigma?
In Italia la trota Macrostigma vive
nei fiumi di collina e di pianura; essi si caratterizzano per le acque poco
correnti ed hanno una temperatura compresa tra i 10 e i 15 °C. Tali corsi
d’acqua originano di solito da risorgive situate ai piedi di sistemi montuosi
carsici.
Oggi le popolazioni di trote
Macrostigma si sono molto ridotte rispetto al passato sia a causa della pesca indiscriminata spesso
eseguita con metodi illegali, sia perché è diminuito il loro grado di purezza
genetica. Ciò si è verificato a causa di fenomeni d’ibridazione
con trote fario immesse a scopo di ripopolamento.
Cenni
su accrescimento e biologia riproduttiva
Poco si sa riguardo all’accrescimento
di questo salmonide. Le
caratteristiche chimico-fisiche delle acque in cui vive, sono costanti per
buona parte dell’anno; ciò impedirebbe il formarsi sulle scaglie e sulle ossa
opercolari dei cerchietti indicativi dell’età che pertanto è difficile da
individuare.
La sua biologia riproduttiva è poco
conosciuta.
In una popolazione presente nel bacino del
Fibreno si è osservato che:
Trote
presenti nel Bacino del Fibreno
Nella nostra provincia la trota
Macrostigma è presente nel bacino del Fibreno.
Esso comprende il lago di Posta Fibreno, dal
quale origina il fiume Fibreno, affluente del Liri-Garigliano.
Già a partire dal 1924, Chiappi, evidenziava
l’esistenza all’interno del succitato bacino delle seguenti forme di trota:
1.
La trota
"Macrostigma".
2.
Il
"Carpione".
3.
La trota
"fario".
4.
Trote ibride tra le
tre succitate forme.
Secondo l’autore, le prime due popolazioni
sarebbero autoctone, contrariamente alla trota fario, immessa dallo
Stabilimento Ittiogenico di Roma già da prima del 1920.
Chiappi ritiene inoltre che la trota
Macrostigma presente nell’area oggetto di studio, corrisponderebbe al Salmo
Macrostigma Duméril per la maggior parte delle sue caratteristiche, eccezion
fatta per il numero delle appendici piloriche che risulta più
elevato nella nostra popolazione.
E’ interessante notare che riguardo la
presenza nel bacino del Fibreno di tali forme autoctone, abbiamo notizie
precedenti il 1924 e risalenti a quasi 400 anni fa.
Ricerche successive a quella di Chiappi hanno
evidenziato come la situazione da questi descritta sia cambiata nel corso degli
anni.
Nel 1986 Gandolfi et al. hanno studiato le
caratteristiche morfologiche delle trote presenti nel lago di Posta Fibreno,
individuando tre fenotipi.
Due di essi corrispondevano al Carpione e
alla Macrostigma descritti da Chiappi; l’ultimo fenotipo, che aveva livrea
diversa, è stato denominato "leopardo". Esso potrebbe essere il
risultato d’ibridazioni tra le popolazioni autoctone o addirittura fra queste e
le trote fario alloctone .
Il fenotipo leopardo è così chiamato per la
forma caratteristica delle macchie sui fianchi. Esse hanno la forma tipo
mantello di leopardo.
Gandolfi ha evidenziato alcuni elementi che
consentono di considerare autoctone le popolazioni "Carpione" e
"Macrostigma":
Situazione
attuale
In data attuale, la popolazione
Macrostigma presente nel bacino del Fibreno, conserva ancora un certo grado di purezza
genetica, nonostante gli anni
passati sia continuata l’immissione (a scopo di ripopolamento) di trote fario.
Nel 1997, gli esemplari presenti erano i
seguenti:
Si calcola che i fenotipi ibridi sfiorino il
40% della popolazione totale presente nel bacino del Fibreno.
Considerando la situazione attuale, in che modo si sta cercando di
tutelare la popolazione Macrostigma presente nel bacino del Fibreno, prevenendo
cosi’ il rischio Della sua estinzione?
Una prima importantissima misura tesa a
salvaguardare ed incrementare questa specie ittica è costituita da un PROGETTO pluriennale di recupero della trota macrostigma.
Al Progetto partecipano lo Stabilimento
Ittiogenico di Roma, l’Università di Siena, l’Amministrazione Provinciale di
Frosinone, l’AssociazioneMacrostigma e la Riserva Naturale Regionale Lago di
Posta Fibreno.
Finalità
del "PROGETTO MACROSTIGMA"
Con tale progetto si mira a:
1.
Recuperare il fenotipo
puro e, possibilmente, il genotipo della trota macrostigma.
2.
Incrementare tale
popolazione; essa è diminuita nel corso degli anni in parte perché prelevata
per usi civici (essendo il lago di Posta Fibreno soggetto a diritto di uso
civico di pesca dei residenti nel comune di Posta Fibreno e di pochi altri), ma
anche a causa della predazione ad opera dei cormorani e della trasformazione
dell’habitat.
3.
Ripopolare il tratto di
fiume a valle della cartiera S. Martino (in località Cittadella – Carnello) con
trote ibride scartate dalla selezione; ciò comporta un duplice vantaggio:
a.
risparmio di costi per
ripopolare il tratto di fiume in oggetto;
b.
riduzione dei rischi di
carattere sanitario e faunistico tipici dei ripopolamenti con trote ibride
alloctone).
Con riferimento al primo obiettivo, dobbiamo
affermare che in natura, su cento uova deposte, ne saranno fecondate 40 circa.
Dalle uova fecondate, a causa dell’attacco da parte degli animali presenti nel
fiume, e di batteri e funghi, nasceranno più o meno 20 avannotti; di
questi, all’incirca la metà arriverà al completo riassorbimento del sacco
vitellino. Pertanto, in natura, gli avannotti con il sacco vitellino
riassorbito rappresentano circa il 10% delle uova fecondate.
Con la fecondazione artificiale, invece, su
100 uova depositate, gli avannotti con sacco vitellino riassorbito sono circa
l’80%.
Selezionando i riproduttori con livrea
macrostigma, ed attuando la fecondazione artificiale, si ottengono ogni anno
migliaia d’avannotti i quali, immessi nel bacino del Fibreno, producono un
miglioramento delle caratteristiche fenotipiche della popolazione in oggetto.
La semina degli avannotti ottenuti con la fecondazione
artificiale contribuisce a raggiungere non solo il primo obiettivo del
progetto, ma anche il secondo, perché essa comporta un incremento della
popolazione macrostigma.
Infine, trasferendo le trote ibride, scartate
dalla selezione in seguito alla cattura dei riproduttori, a valle della
cartiera, possiamo dire di aver centrato anche il terzo obiettivo del Progetto
macrostigma.
Incubatoio
ittico
Il progetto pluriennale di recupero della popolazione
Macrostigma si avvale tra l’altro di un programma di riproduzione artificiale
con ceppi selezionati. Per far sì che
ciò sia potuto avvenire, nel 1997, lo Stabilimento Ittiogenico di Roma ha dato
il nulla osta per la realizzazione di
un incubatoio ittico a Broccostella, in località Ponte Monsù Emilio,
in un’area privata recintata.
Il lavoro è stato eseguito dai volontari
Tale struttura è costituita da:
L’alimentazione idrica realizzata è costituita da:
pompe che aspirano l’acqua dal fiume Fibreno
immettendola in un serbatoio della capacità di 400 litri, situato all’interno
dell’incubatoio.
L’acqua contenuta nel serbatoio alimenta
sette fontane a caduta libera. Ogni fontana ha una funzione specifica:
Fasi
del progetto
La cattura dei riproduttori avviene nei
mesi di dicembre, gennaio,
febbraio e marzo utilizzando un elettrostorditore oppure le nasse.
Dopo la cattura, si selezionano le trote Macrostigma dagli esemplari con livrea ibrida, i quali alla fine della giornata vengono reimmessi a valle della cartiera S. Martino.
Delle trote selezionate, prima si separano i maschi dalle femmine, dopo di che si procede alla fecondazione artificiale che consta delle seguenti fasi:
Le uova ottenute dalla spremitura delle femmine
sono raccolte in una bacinella e fecondate con il latte di uno o più maschi. Il
rimescolamento è eseguito con il metodo a secco (senza acqua) per
avere un maggiore rendimento di fecondazione.
Dopo circa due minuti, le uova fecondate sono
accuratamente lavate; poi sono depositate nelle cassette californiane presenti
nell’incubatoio ittico.
Ogni cassetta (della dimensione di cm 30x30)
può contenere quattromila-cinquemila uova circa.
Il periodo d’incubazione necessario affinché da
un uovo fecondato esca l’avannotto è di 42-45 giorni.
L’avannotto si caratterizza per la presenza
del "sacco vitellino" che, nel giro di venti giorni circa, si
riassorbe fino a scomparire. Prima che ciò avvenga completamente, i pesci
neonati sono immessi nel fiume Fibreno.
Ogni anno sono prodotti dai cinquantamila
ai centomila avannotti.
BIBLIOGRAFIA
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. M., Marconato A., (1991) – I pesci nelle acque interne Italiane. Ed. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.
Gandolfi G., Zerunian S., (1986) – Considerazioni preliminari sulle trote presenti nel Lago di Posta Fibreno (Lazio) (Pisces, Salmonidae). Ateneo Parmense, Acta, Naturalia, 22, 53-63.
Gelosi E., Colombari P. T., Formichi M., Leoni A., Della Seta G., (1992) – Pisces. Ed ISMEA, Roma.
Gelosi E., Colombari P. T., Formichi M., Leoni A., Mancini A., (1998) – Contributo per la conoscenza della Fauna delle Nostre acque interne. Regione Lazio, ARSIAL, Stabilimento Ittiogenico di Roma.
Radi M. (Biologo- Dipartimento di Biologia Ambientale - Università di Siena)
– Relazione tecnico-scientifica su PROGETTO
PLURIENNALE PER IL RECUPERO DELLA TROTA MACROSTIGMA DEL BACINO DEL FIBRENO.
Relazione tecnico-scientifica a cura di:
Giovanni Crispi e Debora Nardelli