II placebo e’ una sostanza inerte somministrata in genere al posto di un
medicamento per -accontentare- un paziente o come mezzo di controllo
quando si prova un nuovo medicamento o sostanza chimica.
Prima degli anni 60’ il placebo (prima persona singolare del futuro del
verbo latino placere, e cioe’ probabilmente -piacero’-) era definito come
uria blanda pillola di zucchero, o come un’iniezione di semplice acqua
salata. Oggi l’effetto placebo può essere applicato praticamente a ogni
sostanza, a ogni terapia e a ogni procedimento medico: raggi X
,vitamine, antibiotici, interventi chirurgici - di cui ci si avvalga per lo
piu’ per il loro effetto psicologico 0 Psicofisiologico che per una
funzione medica specifica.
In uso sin dall’antichita’, i medicamenti popolari che oggi verrebbero
considerati placebo comprendevano la polvere -triaca- e il leggendario -
bezoar. Fino a tempi recenti la maggior parte delle medicine prescritte
dai medici, dovevano la loro efficacia "all’effetto placebo". piu’ che a
una vera attivita’ farmacologica.
Oggi, per altro, nonostante l’esistenza di farmaci più efficaci, l’uso del
placebo e’ in aumento piu’ che in diminuzione. Secondo le stime
recenti, dal 35 al 45 per cento di tutte le ricette rilasciate dai medici
riguardano sostanze prive di qualsiasi effetto terapeutico sullo stato
morboso per il quale vengono prescritte. Questa usanza e’ stata
attribuita alle pressioni dei pazienti per -avere qualcosa-. Un’ampia
sperimentazione in atto a partire dagli anni’40 ha dimostrato 1’efficacia
dei placebo in una vasta gamma di malattie e di situazioni
postoperatorie.
Negli anni’40 H. R. Beecher diede delle innocue *pillole di zucchero- a
dei pazienti convinti di ricevere un potente medicinale e scopri’ che in
vari stati morbosi di natura cosi’ diversa fra loro come il comune
raffieddore, i dolori postoperatori e I’angina pectoris. I placebo davano
un soddisfacente sollievo in circa il 35 per cento dei pazienti.
Uno studio condotto per undici anni al Medi Center dell’Universita’l su
un gruppo di pazienti con la pressione alta rilevo’ che le pillole o le
iniezioni di placebo avevano la stessa efficacia di parecchi farmaci usati
comunemente per ridurre la pressione del - sangue.Sulla base di questi
risultati i medici conclusero che nell’ipertensione esiste un fattore
psicologico.
Le vie e i modi dell’effetto placebo sono ancora un mistero.
Alcuni ne sembrano predisposti mentre altri non reagiscono quasi mai. I
tipici candidati al placebo sono gli individui ansiosi, egocentrici ed
emotivamente instabili. Coloro che reagiscono positivamente ai placebo
si trovano in una posizione di netto vantaggio quando devono prendere
dei medicinali attivi, poiché in genere essi sono piu’ sensibili ai farmaci
di questo tipo di quanto non lo siano le persone immuni dall’effetto
placebo.
Alcune ricerche hanno rivelato per altro che l’effetto placebo e’
direttamente proporzionale all’efficacia che ci si attende dalla "vera"
medicina sia da parte del medico sia da quella del paziente,
Uno studio dell’efficacia analgesica ha dimostrato che il placebo
aveva un’efficacia pari al 56’ per cento di quella della morfina,
al 56 per cento di quella del darvon e al 54 per cento di quella
dell’aspirina.
In altre parole, ai pazienti convinti di aver preso una aspirina il placebo
alleviava il dolore in una misura superiore alla meta’ di quella che
sarebbe stata prodotta dell’aspirina.
Sebbene alcuni medici partano del presupposto che l’effetto placebo sia
dovuto alla suggestionabilita’ o alla credulita’ F. J. Evans, in un articolo
apparso su Psychology Today*. afferma che attenti studi non hanno
messo in luce nessun rapporto fra la suggestionabilita’, la credulita’ e la
sensibilita’ al placebo. Egli ammette per altro che non sia
completamente da escludere che la suggestione abbia una sua parte in
tutto questo, in quanto e’ stato rilevato che i Placebo dotati di colori
vivaci o che hanno un -sapore medicinale, sono piu’ efficaci degli altri.
L’uso dei placebo negli esperimenti di farmaci potenti ha sollevato a
volte gravi interrogativi di ordine etico perche’ questo sistema puo’ voler
dire che a un paziente può venire negato un medicinale DI cui ha
bisogno. Il dottor Beecher ha citato un caso in cui fu sperimentato il
cloramfenicolo per provarne l’efficacia nella febbre tifoidea. Il farmaco
fu somministrato a un gruppo di pazienti tifoidei e negato a un altro
gruppo. Ebbene, il 23 per cento dei malati di quest’ultimo gruppo morì,
mentre nel gruppo curato con cloramfenicolo i casi di morte furono pari
solo all’8 per cento.
I patrocinatori della terapia a base di placebo fanno rile vare per altro
che i placebo presentano precisi vantaggi: in quanto sono essenziali per
valutare in maniera controllata e obiettiva l’efficacia delle medicine,
possono far rispar miare denaro ai pazienti,di rado hanno effetti
collaterali e soprattutto, come risulta d una quantita’ impressionanti di
prove, possono lenire effettivamente il dolore e offrire, altri benefici
terapeutici.