Incontri d'autore

VINCENZO BALENA
Nel segno della Scultura

di Donato DI POCE




Nel 1996, in occasione della personale alla galleria del Naviglio a Milano ho conosciuto uno Scultore timido, coltissimo, grandissimo che aveva ripensato e forse rinnovato nel silenzio della sua ricerca la Scultura Contemporanea ( Impresa non facile visti i grandi esiti che questa disciplina ha avuto per tutto il '900 ).

Avevo appena visto la mostra ( intelaiature metalliche, fili pendenti, frammenti lignei che recavano e cercavano ancora la presenza dell'uomo, ma in cui la materia e il segno avevano corroso ogni presenza ingombrante e inutile ), bellissima , essenziale e una figura penetrante mi scrutava dall'angolo della Galleria.

Avevo capito che era Vincenzo Balena , l'autore della mostra e cosi' mi avvicinai complimentandomi e ringraziandolo per la ventata di poesia che mi aveva regalato. Ebbe cosi' inizio un'amicizia e un sodalizio artistico e culturale che mi regala ad ogni incontro grandi emozioni e la consapevolezza di aver conosciuto un maestro di vita e di poesia.

Infatti nei successivi incontri nel suo Studio/Atelier ( di cui consiglio la visita per ammirarne oltre alle opere in cantiere, la biblioteca e il giardino ) ho potuto apprezzare al meglio il suo metodo di lavoro, il suo stile e la sua ricerca incessante di verita' e di umanesimo che lo ha portato dopo una militanza pittorica di tutto rispetto e ad una ricerca importante sulla figura di P. P. Pasolini, alla Scultura di cui coglie subito l'aspetto metaforico, l'essenza e il frammento per esprimere il suo bisogno di relazionarsi con il mondo.

La Scultura gli permette anche di cogliere il rapporto tra la metafisicita' del pensiero e la fisicita' della materia, in cui la dialettica vita-morte , essere-divenire, pieno-vuoto e la drammaticita' esistenziale sono sempre presenti.

Nella sua alcova emozionale e stilistica sembrano essersi incontrate le esili figure di Giacometti, le metamorfosi di Bacon, i Teatrini di Melotti, le combustioni di Burri, il surrealismo vegetale di Ernst e sono emerse figure esili, scarnificate, quasi fossero silenzi e battiti cardiaci solidificati, un desiderio dell'essere informe e primordiale che chiede ascolto e riconoscimento, radiografie interiori e collettive di una generazione senza certezze, o forse l'abbraccio solidale di fili che sembrano vene, mani aggrappate agli ultimi lembi di una civilta' in disfacimento.

Ma le sue Opere testimoniano anche trame, percorsi sconosciuti o forse dimenticati nell'alveo dei nostri desideri inconclusi, che potevano essere espressi solo con il suo realismo esistenziale, il suo respiro informale, con i frammenti di una Storia personale e collettiva che non si vuole scordare, che non si puo' scordare.

Vincenzo continua ( ce lo dimostra la recente mostra da Montrasio - Monza - ) come un tranquillo giardiniere a coltivare la sua anima, a raccogliere reperti polimaterici, ad assemblare sogni e ricordi, a catturare fluttuazioni e radici per comporre le sue archeo-anatomie , i suoi labirinti magici sospesi tra natura e cultura all'insegna di un ritorno al mestiere e di un ritorno all'uomo.

Balena, attraverso reperti essenziali e rottami post-industriali, realizza una nuova mitologia dell'uomo con uno stile nuovo e lontano sia dal formalismo minimalista che dalla moda pseudo-poverista e concettuale.

Balena inoltre ci dimostra di non essere un artista di circostanze o di occasioni, ma un catalizzatore di emozioni, eventi e terremoti interiori, per cui non bastano piu' ne' le matrici storiche astrattiste di " Punto, linea, superficie ", ne' altre formule storicizzate piu' o meno valide delle varie avanguardie, ma la contaminazione e sedimentazione di segno, colore, materia, per ripensare ( pensare ancora ) l'uomo e la Scultura.

Tra le sue opere piu' belle in cui predomina la scelta polimaterica, vorrei citare " Legno, ferro,alluminio,rame, vetro, 1995 -cm. 125x245x105 " e " Terracotta colorata, rame-ferro, 1992, cm. 323x244x71 "..

E' come se un torrente lunare si fosse abbattuto sui nostri pensieri, lasciandoci dentro detriti stellari e semi di terra colorata per insegnarci un gesto, una forma e un amore futuro.