Incontri d'autore

GIULIO TAMBURRINI

di Sergio GABRIELE




Giulio Tamburrini, Atina, classe 1930 virtuale, ovvero 67 anni portati con la stessa accattivante maestria delle sue opere, scultore, graffita, ceramista. Il pensiero dominante che ispira e' quello della fuga, dal suo corrispondente anagrafico innanzitutto, e dalla rigorosita' degli schemi precostituiti. La tecnica: presto elabora una sua via personale verso il graffiti tridimensionale, un'abile stesura di molteplici strati di colore sovrapposti, ciascuno dei quali richiamato con graffi di differente profondita'; l'effetto e' di un cromatismo dinamico dalle sfumature personalizzate, prive cioe' dell'uniformita' del piano a due dimensioni. Il significato: la violazione dello spazio guthembergh, della cornice, del limite quadrato o rettangolare, grazie alla quale l'opera e la cornice stessa "implodono" verso la conquista di un significato alieno ma componente. Lo spazio: le sculture, dalla leggiadra spinta dinamica che ricorda Boccioni, altro grande trasgressivo, svendono autorevolmente il loro baricentro, senza spostarlo, ma dotandolo di una mobilita', che diventa fuga, appunto, indipendentemente dal limite fisico.
La sorte di Giulio e' legata intimamente a queste sue negazioni assiomatiche, con un notevole pregio in piu' rispetto ad altri contestatori distruttivi: lui riesce fondamentalmente a mantenere saldo il legame con la realta' negata, accompagnando la rivoluzione con la dolce nenia del ricordo, del colore, della plasticita' mai rinnegata delle forme.
Che altro dire, delle sue oltre 100 mostre sparse nel mondo e nel tempo, con opere disseminate in modo altrettanto globale? Dei suoi monumenti aperti, da Napoli a Charleville a Casalvieri? Delle sue sculture elevate a premio "Davide di Michelangelo" o "Barendson per lo sport" o "Miss Italia"?
Ma no, queste sono cose che scoprirete in Internet, nei siti che lo riguarderanno.