Incontri d'autore

EUGENIO TOMIOLO
L'ARTE E' PECCATO E REDENZIONE

di Donato DI POCE




Non è un caso se conobbi Eugenio Tomiolo a casa di un poeta ( F. LOI ) e con gioia scoprii che oltre ad essere l'autore di alcuni stupendi ritratti appesi alle pareti di casa, era anche un grandissimo poeta e intellettuale brillante, ironico, insomma uno di quei "maestri" e amici con cui parli volentieri delle ore e non solo d'arte, infatti Eugenio ha il dono di avvicinare l'arte al mondo, agli uomini, alle cose e non come solitamente fanno altri artisti il contrario.

Questa è la sua prima " eresia ", un'altra è la sua avvolgente, disarmante, incantevole, "semplicità" che si respira nell'impatto con le sue opere: "cipolle", zucche", "barche", "agnelli assassinati", "contadine", "pesci" (solo De Pisis ne ha dipinti così belli), tutte cose semplici di un uomo complicatissimo, eresie romantiche , " reliquie emozionali " di un " Santo " laico, un missionario dell'estetica e dei rapporti umani.

Un'altra " eresia " presente nel suo lavoro, è la compresenza di nostalgia, realtà, visionarietà (dote rarissima anche negli artisti più bravi).

Infatti a ben vedere il suo lavoro, ritroviamo le sue radici venete e rinascimentali, con il "tonalismo", la "grazia" e lo "spirito religioso " di Bellini, l'atmosfera tiepida e l'impasto cromatico del "paesaggio" di Giorgione, ed infine la corposità e l'eclettismo coloristico ed intellettuale di Tiziano (anch'egli grande amico di poeti ed intellettuali dell'epoca, primo fra tutti P. Aretino).

Vediamo emergere quindi piano piano una "complessità" che spaventa (ha spaventato) la critica che a parte delle felici eccezioni(De Micheli, De Grada, R. Tassi, F. Loi, R. Marx, F. Porzio ) ha polarizzato la sua attenzione soprattutto negli anni cinquanta e sessanta quasi esclusivamente sul "realismo" di Guttuso,ignorando maestri come Tomiolo o non dando il dovuto rilievo al lavoro di artisti come Mucchi, Treccani, Manzù, Mafai, Sironi, Music, etc...

A parziale risarcimento di quanto detto, ricordiamo solo la presenza al Louvre delle acqueforti di Tomiolo, grandissimo incisore ( non a caso insieme solo a Morandi a rappresentare gli artisti Italiani ), il rinnovato interesse al suo lavoro della giovane critica e di alcuni giovani artisti.

Personalmente vorrei solo evidenziare il senso di " euritmia " che emanano i quadri di Tomiolo, quadri gonfi di spiritualità, di atmosfere rarefatte, di una paesistica rurale e contadina, del trionfo di una " redenzione animistica " (lepri, scrofe, cani, pesci, tori), insomma un umanesimo magico e fantasmagorico ( si vedano le sue famose "maghe pescatrici" ) di un grande maestro del Realismo Magico.

Sono chiari spero a questo punto i temi del suo lavoro artistico pluriennale grandissimo e sommerso,per cui vorrei riportare un'annotazione di un nostro incontro quando in uno dei suoi momenti di analisi e riflessione sulla sua arte disse: " ...la mia arte è lontana dal neoclassicismo, perchè l'arte è peccato e redenzione, e non si può ingabbiarla in una forma, una moda, uno stile come tentano di fare il potere, l'accademia artistica e il mercato dell'arte...".

Infine merita attenzione la sua attività poetica (scrive in dialetto veneto ed è considerato il più autorevole successore di Noventa), citando almeno una sua poesia:


" Cossa me piasaria far 'na poesia
liziera che restasse su par aria..."


Parole " leggere ", pensieri pesanti che si posano sulla nostra anima per farci sognare...