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LA MASCHERINA DEL TASSO
MIMETISMO O AVVERTIMENTO?

di Carlo M.Biancardi
Biologo, consulente scientifico dei Musei Civici di Lecco


Il Tasso e' un animale piuttosto comune nel nostro paese, tuttavia questa specie e' spesso trascurata e relativamente poco conosciuta, rispetto a specie meno diffuse come, tanto per fare un esempio, il Lupo, o a specie altrettanto diffuse come la Volpe. Il Tasso, come la Volpe, e' di abitudini crepuscolari e notturne ed abita principalmente i boschi di pianura e montagna, non disdegnando le periferie di paesi e citta'. Come la Volpe vive in tane sotterranee con diversi cunicoli di uscita, a volte le due specie condividono lo stesso complesso di tana. L'aspetto che differenzia i due animali e' l'alimentazione: sebbene entrambi onnivori (o meglio eurifaghi), il Tasso difficilmente giunge a predare e depredare pollai o altro, anche per questo, forse, la sua fama e' minore.
Del Tasso oggi si sa molto, soprattutto grazie alle ricerche effettuate da biologi e naturalisti inglesi, ma fino a pochi decenni fa aspetti importanti della sua biologia non erano affatto delineati. Trattati di zoologia di grande significato ed importanza, a cominciare dall'Histoire Naturel di Buffon, fino all'opera di Bhrem Nel Regno degli Animali, ristampato ancora nel 1969, descrivono il Tasso come animale solitario e come predatore.
In realta' oggi sappiamo che questo mustelide e' tutt'altro che solitario, si tratta infatti di uno dei pochi carnivori sociali, vive in gruppi famigliari (clan) formati mediamente da due coppie piu' la prole. Non si puo' nemmeno considerare un predatore, ma piuttosto un raccoglitore, un animale cioe' che si ciba di tutto quanto riesce a trovare senza una ricerca mirata.
Uno degli aspetti morfologico-comportamentali che hanno ispirato il dibattito scientifico su questa specie e' il problema della sua mascherina facciale.
Il disegno facciale del Tasso e' infatti estremamente caratteristico: due striature nere attraversano il muso bianco, partendo dietro il naso, passando per la regione oculare per finire dietro le orecchie. Il problema e': perche' questo disegno?
Alcuni biologi avanzarono la tesi della funzione mimetica del disegno facciale a strisce bianche e nere, ricordando l'esempio della Zebra. Se nell'ambiente di savana le striature verticali servono a confondere l'animale sullo sfondo della vegetazione, si puo' pensare che, nel gioco di chiaro-scuro del bosco in una notte di luna, macchie di colore bianche e nere si possano confondere con lo sfondo. Un duro colpo a questa teoria fu portato da un osservazione diretta effettuata da Ernest Neal: una notte egli stava osservando una femmina appena fuori da una tana, nel sentire l'abbaiare di un cane che si stava avvicinando, l'animale si copri' il muso con entrambe le zampe anteriori , celando la mascherina facciale e lasciando scoperto il solo dorso, grigiastro. Un comportamento di questo tipo tradisce la consapevolezza di portare una livrea.
Già nel 1911 lo zoologo R.I. Pocock suggeri' un'interpretazione diversa: secondo lui la colorazione facciale del Tasso era aposematica, ovvero di avvertimento. Le colorazioni di avvertimento sono molto diffuse in natura e sono un po' come dei cartelli che affermano "Attenzione, sono pericoloso!", oppure "Non sono buono da mangiare!", si pensi alle livree giallo-nere di molti insetti. Fra i mammiferi vi sono alcune specie dalla colorazione bianco-nera accomunate da altre caratteristiche: abitudini notturne o crepuscolari e potenti armi di difesa (il morso o le unghiate dei tassi o le secrezioni odorose delle moffette). Si tratta inoltre di animali per nulla silenziosi e che, se carnivori, si nutrono di prede di piccole dimensioni e lente nei movimenti. La descrizione calza ma, ci si chiederà, da chi si dovrebbe difendere il Tasso?
In effetti l'animale adulto non ha grossi nemici, forse in passato il Lupo, ma che dire dei cuccioli?I piccoli tassi, come tutti i cuccioli, hanno parecchi nemici, prima fra tutti la Volpe che, fra l'altro, spesso condivide lo stesso complesso di tane con il Tasso. Una colorazione di avvertimento quindi potrebbe essere utile soprattutto ai cuccioli, poiche' una Volpe che avesse avuto a che fare con un Tasso e ne portasse il doloroso ricordo, ben si guarderebbe dall'attaccare animali portatori del medesimo disegno. A suffragio di questa ipotesi vi sono due fatti: il disegno facciale compare nei tassi molto precocemente, praticamente subito dopo la nascita, inoltre i giovani tassi presentano un comportamento che lascia poco spazio ai dubbi.
Se attaccati o anche solamente impauriti, i piccoli tassi fronteggiano il pericolo mettendo bene in evidenza proprio la loro mascherina facciale quasi fosse uno scudo difensivo.
Si parla anche di una possibile funzione di riconoscimento intra-specifico, ovvero della capacità di individuare un co-specifico, un altro individuo della stessa specie, grazie alla caratteristica colorazione. Trattandosi di un animale sociale, e' importante che gli individui si possano facilmente riconoscere, anche a distanza, come appartenenti alla specie. Questa ipotesi e' stata oggetto di dibattiti e discussioni per il fatto che, nei mustelidi in particolare, il senso dell'olfatto e' molto piu' sviluppato della vista, ed il riconoscimento specifico ed individuale puo' avvenire per via olfattiva. Oltretutto nel buio delle gallerie sotterranee non si capisce come possa essere funzionale un segnale di riconoscimento visivo. Tuttavia e' indubbio che i tassi si riconoscano anche in base al segnale visivo che portano sul muso. Un badger-watcher (osservatore di tassi) inglese riusciva a far accettare la sua presenza portando una maschera bianco-nera sul viso, il fatto e' stato confermato anche da altri ricercatori e da esperimenti effettuati con uno specchio: il Tasso in questione mostrava di riconoscere nella propria immagine riflessa un esemplare della propria specie.
In biologia, come negli altri settori delle scienze, possono essere formulate le piu' svariate ipotesi per spiegare i fenomeni naturali. Solo la conferma tratta da osservazioni, fatti ed esperimenti puo' asserire o meno la validita' di una ipotesi.