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APOLLINAIRE
E I PITTORI CUBISTI

di Donato Di Poce


Nel 1913 G. Apollinaire ( uno dei pił grandi poeti e critici del '900 ), pubblico'
" Les Peintres Cubistes: meditations esthetiques ) raccogliendo diversi saggi e articoli pubblicati precedentemente con l'aggiunta di testi creati ad hoc.
Si tratta dell'unica raccolta di scritti dedicati alla pittura pubblicata in vita.
Questo libro appare in Italia per la seconda volta dopo l'edizione quasi sconosciuta del 1945 a cura de "Il balcone" con una presentazione di C. Carrą ora riprodotta nell'edizione SE.
L'influenza che Apollinaire ebbe nei confronti di Gruppi, Avanguardie e Poetiche del primo '900 e' ormai leggendaria, e se oggi il mondo parla di Cubismo e di Surrealismo, di geni allora sconosciuti e clandestini come Picasso, Duchamp, Braque, Leger, Chagall, lo deve soprattutto a lui, che oltre all'amicizia personale con questi artisti, all'animazione di serate e conferenze, divulgo' ogni forma di sperimentalismo e di simultaneita' anche attraverso una rubrica d'Arte che tenne dal 1910 al 1914 sul giornale " L'intransigeant ", documentando salons, mostre, introducendo ad un pubblico ignaro e spesso ostile, le nuove tendenze dell'Arte Contemporanea quali Cubismo, Futurismo, Orfismo, Fauvismo.
Il libro e' soprattutto il documento di un'epoca e l'autore ne riassume in maniera esemplare i due bisogni primari: il primo consiste nel sottomettere la natura alle virtu' plastiche alla purezza e all'unita', il secondo aspira ad una pittura indipendente dal fenomeno visivo naturalistico.
Il saggio su Picasso e' forse quello piu' stimolante e rivelatore, infatti scrivera' tra l'altro : " ...La sua insistenza nel perseguire la bellezza ha tutto cambiato nell'Arte...".