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Frammenti di Marcello Mastroianni

di Marian Tebucci

IL RICORDO

Le immagini finali di Sostiene Pereira sono un testamento alla sua forte espressivita' e l'essere se stesso nei personaggi che interpretava. Pereira era Mastroianni e Mastroianni era Pereira. Gia' sofferente della malattia che due anni dopo lo portera' alla morte, ritrova una vitalita' improvvisa quando deve interpretare la parte finale del capolavoro di Faenza, tratto dal libro omonimo di Tabucchi. Pereira decide di non essere piu' l'uomo qualunque che non vuole credere alla realta' che lo circonda; compie l'atto finale e va contro il suo apparente modello di vita del non impicciarsi dei fatti politici che coinvolgono il suo paese, il Portogallo. Fa pubblicare, con uno stratagemma, il suo articolo di denuncia sui misfatti della polizia politica in prima pagina e poi scappa fiero in mezzo alla gente con un passaporto falso. E' proprio questa ritrovata fierezza che gli rida' la giovinezza e una nuova voglia di vivere. Abbandona addirittura il bastone, perche' non gli serve piu'.

Ha preso coscienza di se', e' un uomo libero e non gli serve piu' un sostegno per camminare in mezzo al mondo. Ed e' cosi' che voglio ricordare Marcello Mastroianni, ricordarlo pieno di vita come nel finale di uno dei suoi piu' bei film interpretati in eta' matura.

Marcello che non voleva morire, perche' aveva ancora tante cose da fare, come un film su Tarzan vecchio, un po' malaticcio, solo nella giungla, una metafora per evidenziare le pene di un vecchio sul viale del tramonto, abbandonato.

Ma Marcello non e' mai stato un vecchio, Marcello e' sempre stato un giovane attore che a mano a mano e' un po' cresciuto. Ma la dolcezza, la discrezione, il suo fascino mediterraneo non l'hanno mai abbandonato dalla -Dolce Vita- a -Tre vite, una sola morte-. Marcello poteva arrivare anche a compiere cent'anni e restare bello e sensuale come nella prima giovinezza.

Ma il miglior ricordo sono le parole finali di Sostiene Pereira:
Ciao Marcello, ci mancherai molto.

MI RICORDO SI' IO MI RICORDO

Marcello ha voluto lasciare una testimonianza di se', girato dalla sua ultima compagna di vita, Anna Maria Tato'. Sono tutti spezzoni di ricordi, raccolti anche in un libro. E' il pensiero di Mastroianni, della sua vita, della sua professione, della sua dolce ironia.
E' semplicemente Marcello, un artista, un poeta del cinema, uno che ci ha raccontato tante storie indimenticabili.
Le sigarette, la sua grande debolezza.
< A rifletterci piu' di 50 sigarette al giorno per 50 anni, fa quasi un milione di sigarette. Roba da oscurare il cielo di Roma... Io con gli americani ce l'ho. La devono piantare. Cosa vogliono? Metterci in un ghetto, a noi fumatori? Ma che ognuno campi e muoia come vuole.>

< Mi ricordo di un viaggio in treno durante la guerra: il treno entra in un tunnel; si fa un grande buio, e allora, nel silenzio, una sconosciuta mi bacia sulla bocca>

< Mi ricordo dei curdi ammassati in un esodo biblico; mi ricordo che non devo dimenticare la violenza di tante immagini assurdamente violente. >

< Mi ricordo il desiderio di vedere cosa fara' questo mondo, cosa accadra' nel 2000, ed essere li' e ricordare tutto come un vecchio elefante, si', perche', mi ricordo, sono sempre stato curioso, cosi' curioso! >

< A me piace la gente, io amo la vita. E forse per questo sono stato riamato, dalla vita: infatti mi considero un uomo fortunato. Con gli alti e bassi che hanno tutti, ma fortunato >.

< E' un'invenzione colossale, la televisione. Ci ha fatto vedere l'uomo scendere sulla luna. Ma l'uso che se ne fa, andiamo! Ma e' possibile che continuiamo ancora con i giochini "Pronto-chi-sei-da-dove-chiami? Chi-era-quello-con-una-mano-davanti-e-una-didietro?" "Napoleone" "Bravo-hai-vinto-un-milione!" E gli spettacoli? C'e' n'e' uno che mi fa impazzire, Giochi senza Frontiere, che deve costare un'enormita'. Io cose piu' stupide non le ho mai viste. >

< Mi sono sempre compiaciuto di ironizzare sul mio aspetto fisico. Se era possibile, quasi annullarlo. Ho anche fatto personaggi piu' anziani della mia eta', prima di diventare anziano. Anche perche', furbescamente, non volevo che il pubblico potesse dire "Oh, e' invecchiato", no, io invechio prima, cosi' diranno "Ah, si e' truccato da vecchio" Sono piccole astuzie. Poi non so se ha funzionato. >

< Per quanto riguarda la sofferenza dell'attore, per entrare nei personaggi... Io la capisco se non ti chiamano a lavorare, se si sono dimenticati di te; allora certo c'e' la sofferenza. Se c'hai i debiti da pagare e non hai il lavoro, questa e' sofferenza. Questo e' un mestiere meraviglioso: ti pagano per giocare. E tutti ti battono le mani. Si', se hai un minimo di qualita'. Ma che si vuole di piu'? >

< Vorrei fare Tarzan da vecchio, perche' no? Un film umoristico ma anche con un fondo melanconico, perche' e'il problema e il dramma della terza eta', di questo eroe gentile del quale oggi non ne parla piu' nessuno. Oggi gli eroi sono tutti quelli con le mitragliette, calci nell'inguine, spari in bocca... E di Tarzan non se ne occupa piu' nessuno. >

A proposito di Marco Ferreri.
< Con Marco io conservo un grande rapporto che va al di fuori della professione. Per me Marco ha una grande qualita': parla poco. Il rapporto con lui e' fatto di lunghissimi silenzi, assolutamente riposanti... Mi piace la sua visione del mondo, delle cose, delle persone, sempre proiettata molto piu' avanti di quella che in genere e' la distanza del proprio naso. E' originale. >

< Forse uno smette veramente di essere giovane quando riesce solo a rimpiangere, ad amare soltanto i paradisi perduti. >

< La memoria e' importante, va alimentata: e' la nostra coscienza storica, il nostro patrimonio culturale, emotivo... Mi ricordo un canto navajo, indiano, che dice: Tuto quello che hai visto, ricordalo Perche' tutto quello che dimentichi Ritorna a volare nel vento. >

< Oggi compio 72 anni. Be' una bella eta'. Quando ne avevo 20, immaginando un uomo di 72 anni, l'avrei visto come un vecchio bacucco. Ma io non mi sento cosi' vecchio. Forse perche' ho la fortuna di lavorare, senza arresto >

< Da giovani, quando si sale a cavallo per compiere questa cavalcata (della vita), si pensa che sara' un viaggio che non avra' fine, lunghissimo! E poi invece, raggiunta una certa eta', ci si accorge che questo prossimo villaggio non era molto lontano. Che veramente e' stata una cavalcata breve, brevissima! >

QUESTO E' IL MARCELLO MASTROIANNI CHE VOGLIAMO RICORDARE:
UN UOMO TENERO ED AFFASCINANTE. UN ATTORE CHE CI HA FATTO VIVERE INDIMENTICABILI PERSONAGGI. UNA DI QUELLE PERSONE CHE RESTERANNO NELLA NOSTRA STORIA.