Dal FOLIO aprile 1997
Una parte di storia del Perito Industriale


La STAMPA della categoria professionale dei Periti Industriali inizia con la nascita dell'attività quale libera professione, anche se obbligatoriamente inquadrata nel regime corporativo sindacale fascista. Nello stesso anno della promulgazione del Regolamento per la professione di perito industriale (R.D. 11 febbraio 1929, n. 275) ebbe a costituirsi il "Sindacato Nazionale Fascista dei Periti Industriali" con sede in Roma, via Vittorio Veneto 7, aderente alla "Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti Professionisti ed Artisti". Con la Legge 27 aprile 1930, n. 1313 veniva riconosciuto detto Sindacato Nazionale prevedendone la divisione in circoscrizioni regionali.
Cominciarono quindi a formarsi le prime aggregazioni regionali dei periti industriali sotto l'egida del Sindacato Nazionale, in quanto l'art. 3 del R.D. n.275/1929 domandava a questo anche l'incarico di costituire al suo interno i Comitati per la formazione e custodia dell'albo professionale.
I primi Comitati regionali si costituirono (1931) nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Venezia Giulia, Venezia Tridentina; ma in queste ed in altre Regioni erano già operanti le sedi del sindacato (Toscana, Liguria, Emilia, Venezia Euganea, Marche, Umbria, Campania, Puglia, Calabria, Lucania, Sicilia, Sardegna), nonché le sezioni provinciali dello stesso.
In data 5 dicembre 1931, in occasione del Convegno dei segretari regionali del sindacato, con presenza di:

con l'adesione di tutti gli altri segretari regionali non intervenuti e con assistenza del collega Giannantonio Mina di Milano, riuniti in Roma per la discussione dell'ordine del giorno:

decide all'unanimità la pubblicazione di una Rivista mensile sotto la Direzione del Commissario Nazionale e fissano le modalità di tale organizzazione sia sul carattere editoriale che sul carattere finanziario. Alla Rivista viene assegnato il titolo di "il Perito Industriale". Ciò in quanto emerge la pregiudiziale ed urgente necessità che un periodico, organo del sindacato, sia emesso in modo che tutti gli iscritti vengano a conoscenza dei problemi che si pongono, si sviluppano e si definiscono in ordine alle aspirazioni che la categoria dei Periti Industriali ha posto all'ordine del giorno. Con premesse tali, nel gennaio 1932, con una tiratura iniziale di 500 copie, esce a Roma il primo numero della rivista mensile IL PERITO INDUSTRIALE quale Organo Ufficiano del Sindacato Nazionale di categoria.
]I Comitato di redazione era composto, oltre che dal Direttore Responsabile Giuseppe Battifoglia (che era il Commissario Nazionale del Sindacato), dai 17 Segretari Regionali.
La Direzione ed Amministrazione avevano sede presso lo stesso Sindacato Nazionale in via Vittorio Veneto, 7, L'abbonamento annuo era di lire 15 per gli iscritti al Sindacato e per gli allievi dei Regi Istituti Industriali, di lire 24 per il normale e di lire 40 per l'estero. il contenuto della Rivista, sia pure con gli accenti e la retorica del Ventennio documenta puntualmente l'evolversi della categoria professionale durante il travagliato periodo storico caratterizzato prima dalla guerra per la conquista dell'impero in Africa (1 935-1936) e poi dalla seconda guerra mondiale (1 939-1945).
La lettura della rubrica fissa: "Atti dei Sindacati Regionali", consente di seguire la nascita e l'evolversi degli Albi Professionali Regionali dei Periti Industriali su tutto il territorio nazionale.
Già alla fine del 1933 la tiratura della Rivista raggiunge le 5.000 copie e sino al 1941 esce con cadenza mensile, mentre nel 1942 diventa bimestrale sino alla cessazione. Nel corso dell'anno 1936 la Rivista, pur mantenendo a Roma in via Toscana 5 la Direzione, l'Amministrazione, la Stampa e la distribuzione, trasferisce la Redazione Tecnica a Milano, in via Manzoni 46. Ma, con l'incalzare degli eventi bellici, la Rivista si vede costretta a cessare la sua attività nel febbraio 1943. Con la caduta del regime fascista (25 luglio 1943), l'armistizio (8 settembre 1943), l'occupazione tedesca, lo sbarco delle truppe Alleate, il territorio italiano si trovò diviso in due, con due ordinamenti statali diversi: al Centro-Sud persisteva il Regno d'Italia e, a seguito del l'abdicazione del Re, si verificò nel 1944 il breve periodo della Luogotenenza, mentre nel Nord si andava costituendo la Repubblica Sociale Italiana con la contemporanea presenza dell'occupazione tedesca. Dopo il 25 aprile 1945 ebbe inizio la riunificazione territoriale italiana, seguita dal Referendum istituzionale (18 apri e 1946), la proclamazione da] n Repubblica Italiana (2 giugno 1946) e la partenza per l'esilio del "Re di maggio".
Intanto, durante il breve periodo Luogotenenziale seguito allo sbarco Alleato e alla liberazione di Roma, venne promulgato il D.Lg.Lgt. 23 novembre 1944, n. 382 con il quale venivano normate tutte le professioni liberandole dai canoni corporativiverticistici propri del regime fascista. con l'entrata in vigore di questa normativa che anche la categoria professionale dei Periti Industriali inizia a dotarsi dei propri Organi di autodisciplina a base democratica, quali i Consigli Direttivi dei Collegi Provinciali (a cominciare dal 1945) ed il Consiglio Nazionale (5 marzo 1948). Questo processo di rinnovamento, per ovvii motivi, ha inizio nel Centro Sud, ma ha immediatamente seguito nel nord non appena anche qui le condizioni politico-amministrative seguite alla riunificazione territoriale consentono l'entrata in vigore del citato Decreto Legislativo Luogotenenziale.
In questo cruciale periodo di transizione, la stampa di categoria dei Periti Industriali risulta totalmente sospesa.
La categoria dei periti industriali, anche in queste condizioni di incertezza, resta attiva e, con l'avvento del nuovo regime democratico repubblicano, a Roma viene fondata l'Associazione Nazionale Periti Industriali, con sezioni staccate sul territorio nazionale (forse erano gli stessi esponenti della disciolta Associazione Sindacale fascista che si adeguavano ai tempi). A Milano, la sezione di questa Associazione Nazionale nel 1949 decide di pubblicare in proprio un bollettino bimestrale riprendendo la testata "IL PERITO INDUSTRIALE" cessata nel febbraio 1943, affidandone la direzione ad Elio Calamari e con Comitato di Redazione composto da Alberto Trucano, Giuseppe Elli, Velio Longoni e Virgilio Rondellini, con sede in Corso Venezia, 35 (una copia L. 60 - abbonamento annuo L. 300).
Nel 1950 avviene che la sezione di Milano si stacca dall'Associazione Nazionale e cambia la propria denominazione in Associazione Periti Industriali di Milano (A.P.I.M.); viene ospitata presso la sede del costituendo Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Milano in via Verdi 11 e conserva il privilegio della pubblicazione del bollettino.
Nel 1953 questa pubblicazione abbandona la veste di bollettino e prende quello di Rivista bimestrale, divenendo nel contempo L'Organo Ufficiale della Federazione Nazionale dei Periti Industriali (Fe.Na.P.I.), che si era costituita il 20 aprile 1951 quale aggregazione delle 15 Associazioni di Periti Industriali presenti nelle varie città italiane. Coi numero 2/1953 (anno V), la direzione della Rivista viene assunta da Rinaldo Chierihetti.
Per quanto concerne la stampa di categoria, in questo periodo si assiste ad una efficiente attività da parte delle forme associative private dei periti industriali, mentre la categoria professionale vera e propria rappresentata dai Collegi Provinciali e relativo Consiglio Nazionale, non sembra avverta la necessità di disporre di un proprio organo di stampa, ma cerca di appoggiarsi all'esistente Rivista edita dall'APIM a Milano per veicolare le proprie informazioni. Forse questa situazione veniva favorita anche dal milanese primo Presidente del Consiglio Nazionale, Manuello Bertetto Secondo, che dal marzo 1948 ricopriva tale carica (mantenuta sino alla fine del 1964); infatti risulta che nel 1953 lo stesso ebbe a fornire un proprio personale contributo di lire centomila a titolo di incoraggiamento per la diffusione della Rivista tra gli iscritti agli Albi professionali, somma che consentiva l'invio della stessa a 500 nominativi del numero 6/1954 tramite i 40 Collegi allora costituiti che già contavano circa 5.000 iscritti.
Ed è appunto con il numero 6/1954 che la Rivista "IL PERITO INDUSTRIALE" reca sul frontespizio di copertina la dicitura "Organo ufficiale del Consiglio Nazionale per la Professione e della Federazione Nazionale dei Periti Industriali" ' e manterrà tale dicitura sino al numero 6/1975, e cioè per 20 anni, durante i quali la Rivista, oltre agli articoli di carattere tecnico e alla cronaca riguardante l'attività delle Associazioni e della Federazione, ha sempre accolto e pubblicato le notizie e le informazioni che venivano fornite dal Consiglio Nazionale.
Da principio la collaborazione tra il Consiglio Nazionale e la Rivista si limitava alla pubblicazione di qualche breve informazione sparsa nel contesto del fascicolo, ma con la nomina nel 1965 del comasco Innocente Pozzoli alla presidenza del Consiglio Nazionale e l'elezione nel 1968 a Consigliere Nazionale del milanese Mario Ferrario (che era anche presidente della Fe.Na.P.I.), si assiste ad un progressivo aumento dello spazio messo a disposizione del Consiglio Nazionale, sino all'inserimento a centro fascicolo di pagine colorate staccabili (1972). Ma, nonostante la effettiva disponibilità della proprietà della Rivista e l'impegno generale a far si che tutti gli iscritti agli Albi Professionali avessero ad abbonarsi (nel 1974 ammontavano a circa 15.000 distribuiti in oltre 70 Collegi), ciò non si verificava. Oltre a ciò, la periodicità bimestrale della Rivista si dimostrava insufficiente per veicolare con la necessaria tempestività le informazioni ai collegiati (la notizia impiegava in media 4 mesi per raggiungere l'utente).
La categoria professionale avverte la necessità di disporre di un più efficace mezzo di informazione a mezzo stampa e, in occasione del Congresso della categoria professionale svoltosi a Rimini nel 1973, si ipotizza l'istituzione di una redazione romana della Rivista milanese, con l'intento di stampare un "giornale" da pubblicare nei mesi dispari (quale supplemento della Rivista) da inviare a tutti i periti industriali iscritti agli albi professionali, nel quale poter trattare eminentemente problemi giuridici, legislativi e professionali della categoria. Nel gennaio 1974 esce il numero 0/1973 del "Notiziario" a cura della segreteria del Consiglio Nazionale quale supplemento della Rivista, cui seguiranno altri 5 numeri con cadenza bimestrale. Il Notiziario veniva redatto e stampato a Roma sotto la direzione dello stesso direttore responsabile della Rivista (Gian Carlo Carcano); ma se all'inizio l'allora segretario del Consiglio Nazionale, Giovanni Militello, compariva quale corrispondente della redazione romana, coi numero 2/1974 ne diviene vice direttore. Con il numero 1/1 975 il "Notiziario" termina il suo ciclo e da parte del Consiglio Nazionale, dopo la constatazione che la comunicazione con gli iscritti agli Albi professionali risultava ancora del tutto insufficiente, viene presa l'iniziativa di dar corso alla pubblicazione di un proprio periodico.
Nei luglio 1975 esce il numero 1/1975 de "IL PERITO INDUSTRIALE PROFESSIONISTA" quale "Notiziario del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e ne diviene l'organo ufficiale.
Da questo momento si può dire che la categoria dei Periti Industriali poteva disporre di due pubblicazioni autonome ed indipendenti, pur mantenendo viva la reciproca collaborazione.
La direzione del Notiziario venne affidata al segretario del C.N.P.I. Giovanni Militello, stampato a Roma presso la tipografia Sallustiana ed inviato gratuitamente a tutti gli iscritti agli Albi provinciali. Con questa iniziativa si ottiene un primo obiettivo, cioè quello di raggiungere capillarmente tutti gli iscritti.
La vita del "Notiziario" non risulta delle più facili per il gravoso impegno personale di pochi volenteroso oltre che per le scarse risorse economiche disponibili, ed anche per il ricambio triennale dei componenti il Consiglio Nazionale. Le date di uscita non risulteranno regolarmente cadenzate finché, dopo 6 anni, nel maggio 1980 il Notiziario sospende la pubblicazione per riprenderla con l'agosto 1981 ma stampato a Taranto per soli due numeri.
In occasione dell'intervallo per le elezioni di rinnovo del Consiglio Nazionale, la pubblicazione viene di nuovo sospesa nell'anno 1982, per poi uscire ancora con altri 3 numeri a cavallo tra il 1983 ed il 1984 sotto forma di "Foglio di informazioni del Consiglio Nazionale dei Periti lndustriali" ed inviato ai soli Collegi Provinciali.
Con il successivo rinnovo del Consiglio Nazionale, entrato in carica a fine novembre 1984, sotto la presidenza di Giuseppe Jogna viene riconsiderata con serietà la situazione della stampa di categoria e, dopo l'inoltro nel 1985 ai Collegi Provinciali di tre numeri del "Notiziario" ciclostilati in proprio ed una breve interruzione, coi marzo 1986 viene dato corso alla pubblicazione dell'Agenzia periodica di Informazione" che per 6 numeri uscirà con veste di bollettino ciclostilato in proprio e distribuito ai sol' Collegi Provinciali; ma da, gennaio 1987 assume la veste i tipografica (Edigraf-Roma) e, con la formazione e continuo aggiornamento dell'archivio indirizzi, viene regolarmente inviato mensilmente e gratuitamente a tutti indistintamente gli iscritti agli Albi professionali provinciali, oltre che diffuso presso i principali enti governativi ed amministrativi quale promozione per la conoscenza della categoria professionale. Dalle iniziali 16 pagine monocolore, la pubblicazione è andata sempre migliorando nel tempo, raggiungendo 32 pagine nel giugno 1988 e copertina patinata a colori nello stesso anno.
A partire dal gennaio 1991 , la pubblicazione cambia la testata da "IL PERITO INDUSTRIALE PROFESSIONISTA" in quella di "FOLIO" rinnovando anche la veste grafica e, nel 1992, aggiunge la stampa a colori delle pagine. Attualmente viene stampato e diffuso in 50.000 copie e, grazie alla efficiente organizzazione redazionale che si è costituita, sono state create le premesse per una sempre migliore fortuna e sicura garanzia di continuità.


Fernando Paganardi