Epoca moderna

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Ci troviamo in una cucina di una famiglia povera del 1600. Come possiamo vedere le pareti sono affumicate e rovinate dal tempo. Ad esse sono infissi chiodi per poter appendere i prodotti delle terra. La tavola è “apparecchiata” con un solo piatto da cui ogni commensale prende la sua porzione di polenta. In questo quadro rappresentativo intendiamo mostrare i cambiamenti alimentari avvenuti dopo il 1492, anno in cui Colombo scoprì l’America.
Infatti, insieme alle scoperte geografiche arrivarono in Europa tanti nuovi prodotti: le patate, il mais, i pomodori, i peperoni, i fagiolini, i fagioli, le fragole, la zucca, l’ananas, le arachidi. Le zucche, una volta svuotate, erano dei comodi contenitori. Fragole e peperoncini avevano uno scopo decorativo. Ma non dimentichiamo il caffè, il tè, il cacao, elementi base delle bevande di cui noi oggi siamo assidui consumatori. La cioccolata era consumata bollente, tiepida e fredda con aggiunta persino di spezie o di pepe. Il tè ebbe molto successo e intensificò la produzione di zucchero, mentre il caffé, in quel periodo venne trascurato.
Alcuni di questi prodotti si diffusero molto lentamente nell’alimentazione degli Europei, ad esempio, la patata tardò ad essere considerata alimento poiché nessuno sapeva cucinarla a dovere. All’inizio veniva consumata con tutta la buccia e in seguito la mescolavano cruda in acqua fredda. Infine impararono a sbucciarla e ad arrostirla sotto la cenere del focolare, ma questo avvenne molti anni dopo!
Già dal primo viaggio, Colombo portò con sé il granturco che, all’inizio fu accolto con diffidenza, però poi divenne l’alimento base dei contadini che lo utilizzarono per preparare la polenta, il cosiddetto “cibo dei poveri".
Anche Manzoni, nel suo romanzo storico “I Promessi Sposi”, ne descrive la preparazione quando Renzo si reca a casa di Tonio per chiedergli di fargli da testimone nel suo matrimonio a sorpresa.
da “I Promessi Sposi” cap. 6:
“Renzo trova Tonio in cucina, che con un ginocchio sullo scalino del focolare e tenendo, con una mano l’orlo di un paiolo, messo sulla cenere calda, dimenava col matterello ricurvo una piccola polenta bigia di gran saraceno".
Preparazione della polenta:
Dopo aver messo dell’acqua in un paiolo di rame e posizionatolo sul fuoco, viene versata lentamente, a pioggia, la farina di granturco, girando con un mestolo di legno fino a quando non si ottiene un impasto omogeneo. Arrivati a questo punto la polenta si adagia sulla taffiera, un ampio piatto di legno, posizionato nel centro del tavolo.
Inoltre, con tutti questi prodotti importati, si dovette pensare ad un modo per conservarli, senza però alterarne troppo le proprietà nutritive, quindi si riprese il metodo naturale dell'essiccazione. Questa si effettuava tramite una lunga esposizione al sole o utilizzando i forni e i camini.

E ora di dare uno sguardo alla nostra realtà locale. Vi mostreremo stili di vita contadina ed abitudini appartenuti ai nostri nonni.
A Cassino nel periodo che precede la distruzione...

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