CELESTINO VALERIO

1918-1923 "IL DOPOGUERRA EUROPEO"


La grande guerra non aveva soltanto sconvolto la carta dell'Europa e scatenato rivoluzioni fatali a tre imperi; le conseguenze dirette e indirette si sarebbero fatte sentire in ogni campo. Molti si illudevano di poter frenare se non addirittura arrestare l'evoluzione dei tempi, riportandoli a quelli che consideravano " normali ", cioè al mondo di prima del 1914, nella speranza di ricostruire un passato che ricordavano come un paradiso perduto. Ma era impossibile: ormai gli ordinamenti sociali, la vita intellettuale e le norme morali erano profondamente mutati. Questo, non perchè la guerra avesse recato qualcosa di sostanzialmente nuovo. Le premesse dello sconvolgimento erano anteriori al conflitto e la catastrofe contribuì solamente ad accelerane l'evoluzione, trascinando seco molte situazioni acquisite, spezzando gli influssi reazionari, rimuovendo le lentezze, liberando le forze latenti. Il dato essenziale è il rovesciamento dei valori percepibile dovunque, in Europa e nel mondo: è la fine di molte illusioni e pregiudizi, ma anche la fine delle norme di comportamento del individuo e della società cristallizzate nella tradizione. Tutto cambia, tutto sembra andare alla deriva, nella politica, nell'arte, nei costumi; persino le scienze naturali vengono rimesse in discussione poco prima della guerra dalle teorie della relatività e dei quanti. La mancanza di sicurezza, caratteristica dell'epoca, si manifestò con maggiore evidenza nell'economia. La guerra aveva distrutto violentemente un sistema complesso ma agile ed equilibrato, dotato di leggi rigorose e di valori stabili. Le enormi esigenze dei Paesi belligeranti avevano dilatato oltre misura l'economia europea e soltanto l'inflazione aveva potuto finanziare l'interminabile conflitto. Le perdite di capitali e di investimenti erano gravissime, la circolazione fiduciaria cresceva in proporzioni fantastiche e le monete si deprezzavano ogni giorno. Le distruzioni e l'immiserimento generale, che sovvertivano i valori e sconvolgevano le quotazioni dei mercati, provocavano un febbrile rialzo di tutti i prezzi. Anche in questo campo il ritono al passato era impossibile, giacchè la guerra aveva rovinato interi ceti, intere nazioni. Già nel corso del conflitto un nuovo sistema economico si era andato profilando con l'aprirsi di nuove vie alle produzioni e agli scambi. Per oltre quattro anni l'Europa si era dissanguata divorando le riserve, riducendo la produzione di tutto ciò che non fosse immediatamente necessario alla guerra. II continente che aveva dominato per secoli l'economia mondiale vedeva la propria posizione fortemente menomata rispetto ai Paesi d'oltremare, non era più l'officina del mondo perchè gli altri continenti avevano cominciato a produrre in proprio ciò che l'Europa non era più in grado di fornire, a inviarle merci in sempre maggior quantità. Da creditrice, l'Europa era divenuta debitrice delle altre parti del mondo e soprattutto degli Stati Uniti, che all'indomani della guerra si trovavano al primo posto dell'economia mondiale. Al ritorno della pace molti sono i Paesi oberati da enormi debiti, tanto più gravosi in quanto non hanno contropartita in alcun investimento; gli Stati si sono indebitati per produrre materiale bellico e le loro economie vacillano. II vecchio sistema europeo è in pezzi: sono sorti Stati nuovi e indipendenti in regioni che prima costituivano un'unità economica nell'ambito di complessi più vasti e armonizzati; dietro i loro undicimila chilometri di nuove barriere doganali si rivelano nazionalisti nell'economia non meno che nella politica. La miseria concorre a radicalizzare le masse nel momento stesso in cui il popolo, pervenuto a un'autentica coscienza di classe, diviene più forte. La produzione di guerra ha mobilitato milioni e milioni di uomini, ma ha creato altresì un'industria colossale e ha posto ogni risorsa al servizio delle esigenze della lotta. Nei Paesi belligeranti non è piu pensabile un regime che non abbia l'appoggio degli operai e dei contadini, poichè essi hanno costituito gli immensi eserciti il cui slancio e la cui saldezza morale hanno determinato l'esito della guerra e hanno prodotto le munizioni, il carbone, il carburante, il grano indispensabili per la vittoria anche e non meno delle divisioni schierate al fronte. Mai, finora, i governi avevano dovuto dipendere a tal punto dalle masse, nè mai le masse avevano avuto così piena consapevolezza della propria forza. Nei Paesi il cui vecchio apparato politico ha subito la crisi più violenta e la disfatta si è aggiunta a tutti gli altri disastri recati dalla guerra, gli eventi evolvono in senso rivoluzionario, come in Russia, in Germania, in Austria-Ungheria e in Turchia. Ma anche nelle altre nazioni, dove il sistema sociale si è rivelato piu adeguato ai tempi, il baricentro politico si sposta a sinistra. In molti Stati i movimenti politici prendono il posto tradizionalmente occupato dai liberali, di modo che la vita politica non e più un'alternanza di govemi conservatori e progressisti, ma una lotta a tre nella quale spesso il partito operaio è il più forte, o quanto meno il secondo fattore determinante. II dopoguerra non porta solamente a governi operai rivoluzionari ma anche, per la prima volta in Europa, a govemi parlamentari come quello di Ramsay MacDonald del 1924, in Inghilterra. Gli operai ottengono quella giornata lavorativa di otto ore che andavano rivendicando da anni e in parecchi Paesi, che pure avevano potuto evitare il riparto rivoluzionario delle terre, si attua nondimeno una radicale riforma agraria mediante il frazionamento dei latifondi. Quanto alle donne, già durante la guerra esse hanno preso in gran numero nelle fabbriche il posto degli uomini chiamati alle armi; ora rivendicano e ottengono i diritti politici e un nuovo status sociale; nel 1914 il voto femminile vigeva soltanto in quattro Paesi: Norvegia, Finlandia, Australia e Nuova Zelanda, ma verso il 1930 saranno rari gli Stati dove non sia stato introdotto. Infine, un importante fattore di trasformazione è costituito dal notevole accrescimento dei poteri statali: la necessità di consacrare alla guerra tutte le forze della nazione, la lunga durata del conflitto, la gravità delle situazioni hanno sovente reso necessario un intervento drastico, dittatoriale, da parte dello Stato e nel campo economico e in materia sociale, come ad esernpio la mobilitazione industriale, il razionamento, ecc. Beninteso, questi provvedimenti decadono nel ritrovato periodo di pace, tuttavia nessun Paese ritorna puramente e semplicemente al sistema liberale d'anteguerra.

LA GERMANIA E LA REPUBBLICA DI WEIMAR

AUSTRIA

UNGHERIA

BULGARIA

CECOSLOVACCHIA, ROMANIA E JUGOSLAVIA

POLONIA

GLI STATI BALTICI E LA FINLANDIA

DA LLOYD GEORGE A MACDONALD

FRANCIA

EVENTI IN ITALIA ED AVVENTO DEL FASCISMO

SITUAZIONE IN RUSSIA

Successivamente alla prima guerra mondiale si ebbe un intenso progresso nel campo delle scienze, delle arti e della letteratura, preparato da idee nate già all'inizio del nostro secolo e sviluppate ulteriormente nel corso della Grande Guerra. Nel campo della fisica è da ricordare la Teoria della relatività enunciata da Albert Einstein che trovò una valida conferma in occasione dell'eclissi solare avvenuta nel 1919,durante la quale si notò che due stelle di cui si conosceva la posizione, poste nelle vicinanze del disco solare, apparivano leggermente spostate. Questo dimostrò che anche i raggi solari, vengono incurvati per effetto della massa solare.Nello stesso anno il fisico Ernest Rutherford, bombardando nuclei atomici con particelle era riuscito a provocare quelle trasmutazioni che di solito si producono spontaneamente solo nel radio. In questi anni sorsero molti movimenti d'avanguardia tutti permeati di irrazionalismo: in Germania l'Espressionismo investì la letteratura.Il Cubismo ,che ebbe tra i suoi massimi esponentiPablo Picasso ,si diffuse in tutt'Europa.In Italia si affermò il nuovo teatro di Luigi Pirandello e cominciò l'attività di nuovi poeti definiti Ermetici. L'analisi degli istinti e delle passioni fu stimolata dalla psicanalisi,nuova scienza psicologica fondata da Freud , la cui diffusione fu un fenomeno tipico del dopoguerra. Innumerevoli furono infine i progressi tecnici di questo periodo. L' impiego dell'energia elettrica rivoluzionò completamente la vita di tutti i giorni, migliorò i servizi pubblici e la resa di alcune industrie nelle quali furono adottati nuovi mezzi di lavoro come la catena di montaggio. Progressi non meno importanti si ebbero nel settore chimico nella produzione di tessili artificiali e materiali plastici. E' necessario ricordare anche lo sviluppo dell'automobilismo che specialmente negli U.S.A. assunse proporzioni gigantesche.Sviluppi e perfezionamenti dopo il 1920 si ebbero anche per i mezzi di comunicazione di massa tipici del nostro secolo:la radio e il cinema. Si diffuse l'abitudine di utilizzare la radio oltre che per le trasmissioni radiofoniche anche per diffondere programmi educativi e ricreativi destinati ad un vasto pubblico.In Inghilterra e negli Stati Uniti sorsero e cominciarono a funzionare regolarmente piccole stazioni di radiodiffusione.

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